The subject and the technique of "Delirious Masks" reveal the urgency to capture a state of mind. Here ends the thought, the materials and the drawing up of the color impose the expression. The white brushed, hollowed, burned as living and suffering material. Faces and looks adrift on one side. There is no tomorrow, except in the good omen of the Eye of Horus already engraved in the mirror.

Il soggetto e la tecnica rivelano l’urgenza di catturare uno stato d’animo del quotidiano. Che individuo è quello dei nostri giorni e che “civiltà” è questa che ci troviamo a vivere? Qui finisce il pensiero. Sono i materiali e la stesura del colore che impongono l’espressione interiore. Il bianco pennellato, scavato, bruciato come materia viva e sofferente. Visi e sguardi alla deriva da una parte. Forse c’è un domani, così come nel buon auspicio dell’Occhio di Horus già inciso nello specchio.

Le sujet et la technique révèlent l'urgence de capter une humeur quotidienne. Quel individu est celui d'aujourd'hui et dans quelle «civilisation» vivons-nous? Ici, la pensée se termine. Ce sont les matières et l'application de la couleur qui imposent l'expression intérieure. Le blanc brossé, évidé, brûlé comme un matériau vivant et souffrant. Les visages et les regards dérivent d'un côté. Il y a peut-être un lendemain, ainsi que le bon augure de l'Œil d'Horus déjà gravé dans le miroir.